sabato 2 marzo 2013

Una sera a Montevertine. Riflessioni sul mito.


Mercoledì sera, proprio a metà settimana. La prospettiva di una serata di degustazione rende la giornata più intensa, con quell’impazienza di uscire dall’ufficio e correre alla Taverna di B.
Si perché mercoledì scorso, alla Taverna di B. , ci aspettavano i vini di Montervetine, del compianto Sergio Manetti e di suo figlio Martino, degno successore di un’azienda unica. Voglio farvi entrare in atmosfera, quindi passo al “presente” per raccontarvi una degustazione davvero unica.
Siamo in 7 stasera, c’è Marco B. (ovviamente). Ci sono Checco (Francesco P.), Pinci (Alessandro P.), Tizi (Tiziano V.) e due ospiti speciali. Stefano Novati (Steve) e il mitico Patrizio Cantù.

Le bottiglie sono già sul tavolo, sono bellissime. Vestite di un’etichetta d’autore dell’artista Alberto Manfredi che, anno dopo anno, ha donato a questa già incredibile bottiglia un tocco artistico di grande spessore. Le guardo, la grande scritta “Montervertine” domina e manda il pensiero alla tenuta che Sergio Manetti acquistò nel 1967, inizialmente come casa di vacanza. Allestì una piccola cantina e impiantò due ettari di vigna. L’idea era quella di produrre un po’ di vino per i suoi amici e per i suoi clienti. La prima produzione risale al 1971 e Manetti, piacevolmente sorpreso, ne mandò alcune bottiglie al Vinitaly di Verona. Il successo fu immediato tanto che Manetti, dopo pochi anni, decise di abbandonare la sua principale attività per dedicarsi unicamente al vino. 
Il vigneto da cui proviene questo vino si estende per 2 ettari con esposizione Nord/Nord-Est in cui si coltiva il Sangiovese, in fase di lavorazione il mosto viene lasciato fermentare per 25 giorni, dopodiché abbiamo una fermentazione malo lattica in vasche di cemento, per poi passare  un periodo di affinamento di 18 mesi in botti di rovere di Slavonia, 6 mesi in barriques e infine 6 mesi in bottiglia.
Marco B. ha selezionato le annate: 2003, 2001, 1997, 1995, 1993 Magnum, 1992 Magnum e un Vin Santo datato 1985.


Ci sediamo, ognuno con 7 bicchieri scintillanti davanti agli occhi. Siamo affamati ma il vino viene prima, la bocca deve essere “pulita” e il naso non deve essere “ingannato”.
Seguiamo un ordine, dall'annata più giovane alla più vecchia.

2003: si presenta con un rosso rubino scarico con riflessi granato, grande consistenza nel bicchiere, dotato di aromi di confettura di frutti di bosco, note eteree ed un profumo quasi di cipria, in bocca è abbastanza fresco, con una percezione alcolica forse un po' troppo pronunciata ed una persistenza abbastanza lunga.

2001: di un rosso granato con riflessi granato, consistente, colore vivissimo e seducente, naso che ci propone profumi che spaziano da i fiori secchi alle note balsamiche ottenendo così un bouquet piuttosto intrigante, in bocca è fresco, con un tannino setoso ed avvolgente, grandissima piacevolezza e grande armonia, un Sangiovese con la “S” maiuscola.

1997: rosso aranciato, quasi scomposto e leggermente torbido, grande consistenza ma onestamente questo aspetto cromatico non fa presagire niente di buono, infatti al naso si ritrova una grandissima evoluzione con note che vanno dal glutammato ad una sensazione di muffa, in bocca non ha molta acidità e nemmeno una grande persistenza, tutto sommato la piacevolezza non è male, anche se francamente da una bottiglia di tale importanza ci si aspetta qualcosa in più.

1995: rosso granato con riflessi granato, ottima consistenza ed una grande limpidezza(frutto che la bottiglia precedente aveva già di suo qualcosa che non andava),naso speziato(cannella,vaniglia), sentori di confettura di frutti rossi ed una bellissima nota eterea, in bocca è fresco tanto da lasciare sul palato una sensazione
tattile simile a quella che si prova con gli agrumi, grande finezza ed una persistenza bellissima che lo fa assaporare secondo dopo secondo.

1993(formato magnum): rosso granato con riflessi quasi aranciati, limpido e di media consistenza, il naso è un’esplosione di profumi terziari tra cui spicca il tabacco, i funghi secchi, la frutta disidratata ed un sentore quasi tartufato, in bocca nonostante i 20 anni è dotato di una grandissima freschezza, una sensazione di frutti rossi ancora viva e succosa il tutto accompagnato da una sontuosa persistenza, grandissimo.

1992(magnum): rosso granato con riflessi aranciati, di media consistenza, un po’ torbido, al naso si esprime con note di humus, muffa, frutto di una violenta terziarizzazione dei profumi, in bocca è poco fresco, a tratti fin troppo morbido e dotato di una persistenza non particolarmente lunga.

Vin Santo 1985: di colore ambrato carico, molto consistente(quasi sciropposo), con un naso dotato di estrema ossidazione, con note di muffa e maderizzazione, in bocca non è poi dolcissimo, ma piuttosto fresco e molto difficile dal punto di vista dell’assaggio. 

Finiamo con i tecnicismi e ci dedichiamo ad una classifica, raccolgo quella di ognuno dei partecipanti assegnando 1 punto all’ultimo di ogni classifica e 6 punti al primo per poi sommarli e stilare la classifica generale che recita così :

6. LE PERGOLE TORTE 1992 Magnum- 10 pt.        
5. LE PERGOLE TORTE 2003 - 14 pt.
4. LE PERGOLE TORTE 1997 - 22 pt.
3. LE PERGOLE TORTE 1995 - 29 pt.
2. LE PERGOLE TORTE 1993 Magnum - 33 pt.
1. LE PERGOLE TORTE 2001 - 38 pt.

Il “Le Pergole Torte” è ormai da decenni considerato un “must” per gli enoappassionati di Sangiovese (e non solo) che, se coltivato con grande rispetto del territorio e proveniente da grandi annate, può veramente emozionare anche il degustatore più difficile, in quanto dotato di caratteristiche uniche nel suo genere e di una piacevolezza terribilmente sensuale. Chapeau all’azienda Montevertine ed anche al mitico e mai dimenticato Giulio Gambelli, che per decenni ha aiutato l’azienda contribuendo in modo significativo alla personalità di questo grande vino.



Claudio N. (collaborazione e appunti di degustazione di Francesco P.)

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