Sabato sera, il pensiero che
domani sia domenica ci mette ancora più di buon umore. Abbiamo organizzato in
taverna, quella di B. ovviamente. Siamo in cinque, Marco B., Francesco P. e
due graditissimi ospiti, Andrea e Umberto. Le premesse sono delle migliori,
ognuno presente con almeno una bottiglia, tutte rigorosamente coperte.
Francesco comincia ad accendere i fornelli, al cibo (e ne siamo felici) ci
pensa lui. Inizia a preparare il suo risotto con porri, cipollotto, curcuma e
gamberi e noi apriamo subito le danze
con una bollicina. Nel bicchiere un evidente giallo paglierino, una bolla fine
con sentori di frutta fresca ma anche di crosta di pane. Una buona bevibilità,
secco e deciso. Champagne, in particolare un Avisoize 2005 di Agrapart et Fils,
extra brut e Blanc de Blanc (ovvero bianco da uve bianche, quindi tutto
Chardonnay). Piacevole con una sola pecca (in considerazione della tipologia
del prodotto), un’acidità poco marcata che, di solito, è abbastanza
caratteristica di questi prodotti. Francesco continua a spadellare e Marco apre
la seconda bottiglia. Ancora una bolla, questa volta nel bicchiere ci si
presenta un colore oro antico. Subito profumi di prodotti da forno ma anche di
miele. Il vino è quello che si dice “armonico”, in bocca ripresenta tutti
questi sentori insieme ad una bolla finissima che ne aumenta (se possibile) la
piacevolezza e ce lo fa’ versare senza troppi indugi. Il giudizio è
praticamente unanime, ancora Champagne. E invece no, la bottiglia si scopre e appare
un bellissimo e raro Giulio Ferrari 1993, il re delle bollicine italiane.
Davvero grandissimo ed in perfetta forma (dopo 20 vent’anni!). Ci sediamo, il
riso è pronto ed anche il primo vino bianco (scelto da Marco B.) che, insieme
ai rossi, abbiamo versato già da più di mezz’ora nei rispettivi bicchieri in
maniera tale da poter avere dei vini ben ossigenati. L’abbinamento ci pare
subito azzeccato, il vino è di un color oro carico con riflessi ambrati e
subito al naso svela una dolcezza di frutti esotici, tropicali. Ananas maturo,
banana ma anche passion fruit. In bocca tutte le dolcezze ritornano e
bilanciano bene i sapori del piatto. Scopriamo anche questa bottiglia, siamo in
Alsazia con il Domaine Zind Humbrecht ed il loro Gewurtztraminer Heimburg,
annata 2000. Francesco sta già pensando al secondo e noi cominciamo a
posizionare i calici dei rossi, tre per ognuno come tre sono le bottiglie che
stiamo per assaggiare. Senza seguire un ordine troppo rigido, in modo da non
avere troppi riferimenti, partiamo con il primo vino. Nel bicchiere si presenta
di un rosso rubino decisamente carico. Al naso emergono note spiccate di chiodi
di garofano e spezie, molto intriganti. In bocca è elegante, con una
delicatezza notevole. Siamo curiosi, molto curiosi. Passiamo al secondo vino,
ancora rosso rubino. Qui il naso è davvero splendido, note balsamiche e
mentolate insieme a frutti di bosco sotto spirito. In bocca mostra una grande
materia unita ad una piacevolezza di beva che ce lo fa’ quasi tracannare.
Arriva il terzo e si presenta di un rosso, questa volta granato. Cosa che ci
fa’ intuire il vitigno (Sangiovese) e di conseguenza la tipologia (Brunello di
Montalcino). Al naso esprime una pulizia apprezzabile insieme a note di tabacco
e cuoio. In bocca è equilibrato e piacevole, dimostrando un’ottima tenuta
evolutiva. Scopriamo allora le bottiglie a partire da quest’ultima, Brunello di
Montalcino Castelgiocondo Tenuta Frescobaldi, annata 1997. Prima di lui il vino
(forse) della serata, un Guado al Tasso 1998, Antinori ovviamente. E ancora il
primo rosso, un gradissimo. Scrio 1999, Le Macchiole. Potremmo fermarci qui ma
ovviamente non lo facciamo. Arriva un altro bianco, color ora antico con
riflessi ambrati. Al naso e in bocca ancora frutta esotica e matura, ananas e
frutto della passione. Il tutto ritorna in bocca con una nota zuccherina ancora
più marcata e non potrebbe essere altrimenti per una vendemmia tardiva e in
particolare per il Clos Windsbuhl 2002 di ZindHumbrecht, pinot grigio in
purezza. Ci siamo lanciati con i bianchi e così arrivano anche un superbo EisWein
1989 Landauer e un Lorenzhofer Riesling Auslese 1999 Karlsmuhle di Peter Geiben.
Abbiamo finito, siamo proprio felici. Ah, quasi dimenticavo. Abbiamo anche
provato ad aprire un Gattinara Selezione Travaglini 1955, il sentore purtroppo è di
tappo. Grazie comunque ad Umberto per avere voluto condividere questa bottiglia
che la sua famiglia conservava da anni.
Claudio N.
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Avizoise 2005 |
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Giulio Ferrari 1993 |
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Heimburg Gewurtztraminer 2000 |
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Scrio 1999, Guado Al Tasso 1998, Castelgiocondo 1997 |
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Clos Windsbulh Vendage Tardive Pinot Gris 2002 |
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Goldbuger Eiswein 1989 |
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Lorenzhofer Riesling Auslese 1999 |
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Gattinara Selezione Travaglini 1955 |
BELLISSIMA SERATA ,PIACEVOLE COMPAGNIA ,NOTEVOLE COMPETENZA IN METERIA ENOLOGICA,OTTIMA LA CUCINA ,E POI ULTIMI MA NON ULTIMI I PROTAGONISTI DELLA SERATA I VINI SPAZZIALI A DIR POCO POTER GUSTARE QUESTE BOTTIGLIE E' PRIVILEGIO DI POCHI ,POTERLE GUSTARE CON DEGLI AMICI E' UN PRIVILEGIO MOLTO RARO GRAZIE PER LA SERATA ANDREA................
RispondiEliminaUna serata davvero speciale...ogni bottiglia un mondo a sé...appena il tempo di dedicarsi ad apprezzare sentori, profumi e sapori, che subito ti ritrovavi catapultato in un'altra dimensione, da qualche altra parte di questo meraviglioso universo del vino...trascinato da nuove sensazioni sempre più affascinanti mano a mano che scoprivamo una nuova bottiglia...azzeccatissimo il menu di Francesco, connubio perfetto della meravigliosa scelta di vini che abbiamo avuto la fortuna di gustare. Passione, ricerca e curiosità...non poteva esserci compagnia migliore per una serata decisamente fuori dall'ordinario! Grazie a tutti voi Marco, Claudio, Francesco e Andrea...un sabato da ricordare!
RispondiEliminaGrazie a te Umberto per il bellissimo commento e per la compagnia, Ci ritroveremo presto, ancora insieme, alla Taverna di B.
RispondiEliminaClaudio