venerdì 3 maggio 2013

Nel cuore di Bolgheri e delle sue eccellenze.


E’ un lunedì mattina (29 aprile appena passato) caldo e nuvoloso, sono davvero impaziente. Davanti a me una giornata che, ne sono sicuro, ricorderò per molto tempo. Il programma prevede due visite : Antinori Tenuta Guado al Tasso e Michele Satta, ovviamente a Bolgheri.

ANTINORI – TENUTA GUADO AL TASSO :

Dopo qualche piccolo intoppo per raggiungere la Tenuta arriviamo, con un po’ di ritardo, davanti ad un cancello che non può far altro che comunicare storia, passione e anche un po’ di soggezione (quasi timore reverenziale). Luisa Foschetti, responsabile dell’ospitalità della tenuta, ci sta aspettando pazientemente (visto il nostro colpevole ritardo). Entriamo. Passato un primo casale percorriamo ancora un buon chilometro prima di arrivare ad un secondo gruppo di edifici dove sorgono gli uffici, la Bottega e Wine Shop Antinori e, poco distante, la cantina. Entriamo in casa, la gentile signora di servizio ci fa accomodare. Tutto profuma di storia, dalle finestre si intravedono già gli stupendi paesaggi che stiamo per scoprire. Arriva Luisa, giusto il tempo di scusarci e siamo già in macchina con lei per andare a visitare le vigne. Si, avete letto bene. In macchina a visitare le vigne. La Tenuta Guado al Tasso, infatti, è sterminata ed assolutamente inimmaginabile per bellezza ed estensione. Dalle colline al mare, da est a ovest. Vigne e terreni si ripetono a perdita d’occhio. Ci fermiamo e Luisa inizia a raccontarci la storia di questi luoghi e di queste terre, ideali per la coltivazione della vite grazie alla loro ricchezza ed al vigore che riescono a conferire alle piante. Qui, infatti, il problema non è mai che le uve non crescano come si deve ma, al contrario, che crescano addirittura troppo. Il vento costante che arriva dal mare soffia sulle viti e viene fermato dalla conformazione ad anfiteatro delle colline qui intorno che, come un vero e proprio schermo, proteggono dalle nuvole che arrivano dall’interno della regione. Molto caldo di giorno e fresco la notte, decise escursioni termiche fondamentali per la qualità dell’uva. La terra è ricca e variegata, basta spostarsi di pochi metri tra un filare e l’altro per apprezzare le diverse composizioni che rendono necessaria una vera e propria micro parcellizzazione che consenta di definire e selezionare al meglio tutte le uve. Lavoro davvero non facile quindi per l’enologo Marco Ferrarese. Ci spostiamo, sempre in auto, e Luisa ci mostra quello che qui viene chiamato “il bosco del Bruciato” dove, tra altissimi pini marittimi, la Tenuta mantiene uno stupendo allevamento di maiali di Cinta Senese che, al nostro passaggio, si mostrano poco interessati della visita, così intenti a cibarsi di ghiande e pinoli. Dopo le vigne la cantina. Arriviamo mentre gli operai procedono al lavaggio delle barrique, pronte ad ospitare i nuovi nettari. Sala dell’acciaio per prima e poi la zona dedicata al riposo delle botti (quelle piccole), che una accanto all’altra rendono l’atmosfera quasi leggendaria. Ci siamo, arriva anche il momento della degustazione. In un’altra piccola dependance accanto al corpo centrale dell’edificio in cui siamo stati accolti ci attende una tavola perfettamente apparecchiata. Bicchieri luccicanti e due taglieri. Uno di affettati, prodotti direttamente in casa (si, provengono proprio dai bellissimi maialini appena visti che sarebbero di sicuro orgogliosi di essere tanto prelibati), e uno di focacce sempre rigorosamente fatte in casa. Pronte le bottiglie: Scalabrone 2012, Vermentino 2012, Il Bruciato 2011 e Guado Al Tasso 2009 (fortunati!). Partiamo proprio dallo Scalabrone, di un colore rosa acceso brillante. Sentori floreali e piccoli frutti rossi insieme ad un inconfondibile profumo di fragola, Luisa ci racconta che "quest’anno è decisamente più fruttato e meno vegetale dei precedente". Il tutto si risolve in un buon equilibrio che lo rende gradevole come inizio e un piacevole abbinamento alle prime deliziose fette di pancetta. Subito il Vermentino che esprime da subito frutta esotica matura come l’ananas ma anche pesche bianche che, insieme, compongono un bouquet di buona qualità senza penalizzare un’acidità che in bocca dona freschezza insieme ad una gradevole nota sapida che ben equilibra morbidezze e durezze. Luisa ci serve Il Bruciato e (grande onore per me) arriva proprio l’enologo della tenuta, Marco Ferrarese. Giovane, molto competente e simpaticissimo ci guida alla scoperta dei rossi, frutto del suo lavoro.  Il Bruciato si mostra subito di un rosso rubino carico che esprime, già dalla prima rotazione, grande consistenza e profumi intensi di ciliegie, frutta nera ed ancora cacao e torrefazione, il tutto insieme ad una nota di morbidezza dovuta sicuramente al legno e alla giovane età. In bocca è caldo e riporta molte sensazioni già presenti al naso, il tannino è presente ed ancora molto esuberante, di sicuro vale la pena di lasciarlo in bottiglia ancora qualche anno. Così arriviamo al tanto atteso Guado al Tasso 2009, servito nella mezza bottiglia. E questa è sicuramente una nota di merito dato che la bottiglia più piccola produce un’evoluzione più rapida e, considerata la giovane annata, questo fa si che si possa assaggiare un vino più pronto e più aperto. E così è. Il Guado 2009 spicca subito per delicatezza; profumi di spezie, polvere di caffè, arancia candita si alternano ai sentori di tabacco e tostatura. In bocca è molto persistente, il tannino è elegante ed il tutto si risolve in una grande armonia sensoriale. Mancano ormai pochi minuti alle 15.00, il tempo è volato. L’ospitalità di casa Antinori e la professionalità e competenza di Luisa e Marco hanno reso questo incontro davvero indimenticabile.







Luisa Foschetti e Marco Ferrarese



TENUTA GUADO AL TASSO - Antinori Soc. Agricola Srl
Strada Aurelia Km. 267
Loc. Scalabrone
57024 - Donoratico (Li)
tel. 0565 / 74 97 35





MICHELE SATTA :

Il nome di questo produttore, a Bolgheri, è praticamente un’istituzione. Varesino di nascita si trasferisce a Bolgheri nel 1983 per iniziare la sua attività di viticoltore che lo porta ad affermarsi poco dopo come uno dei produttori più famosi della zona. In cantina ci aspetta la gentilissima Cinzia Geri Bartolini. Ammiriamo con lei le vigne che circondano la cantina, siamo verso la parte collinare della zona e da qui la vista è sensazionale. Vigne tutto intorno ed il mare come sfondo perfetto. Entriamo in cantina e la prima cosa che si nota sono le pareti con la roccia del sottosuolo a vista. La scelta di casa Satta è stata precisa, come ci racconta Cinzia. “L’intento – ci dice – era proprio quello di far apprezzare ai nostri ospiti la composizione del sottosuolo della zona di Bolgheri.” Arriviamo vicino alle barrique dove tutti i vini riposano almeno per 12 mesi. Quasi tutte le barrique che li ospitano non sono nuove, testimonianza di un deciso gusto che sia sempre a favore del vino e non del legno.
Scegliamo con Cinzia cosa degustare, scegliamo 2 bianchi e 2 rossi. Cominciamo con il Costa di Giulia 2012; 65% Vermentino e 35% Sauvingon. Un bianco che sprigiona da subito note di fiori gialli e frutta matura con una bocca ben equilibrata e già una buona piacevolezza che aumenterà di sicuro all’arrivo dell’estate e delle sue temperature. Ancora un bianco, il Giovin Re 2010, un viogner in purezza (il nome deriva proprio dal nome del vitigno anagrammato). Di un bel giallo paglierino mostra, al naso, note di agrumi e spezie ed una nota (personalmente molto apprezzata) di macchia mediterranea e olive in salamoia. Vino che, senza dubbio, si presta ad abbinamenti con piatti di pesce ricchi e saporiti. In bocca è persistente e tutti i profumi trovano conferma. Passiamo ai rossi. Il primo è Il Cavaliere 2005. Bandiera della produzione di Michele Satta è un sangiovese in purezza. Nel bicchiere è rosso rubino e decisamente consistente. Al naso arrivano subito le spezie ma anche sentori di torrefazione, cioccolata fondente e ciliegia. In bocca il tannino è presente ed elegante conferendo una notevole piacevolezza di beva. Arriva anche I Castagni, sempre 2005. Il top player del cantina bolgherese ha una particolare composizione, 70% Cabernet Sauvignon 20% Syrah e 10% Teroldego. Versato nel bicchiere si mostra di un rosso rubino molto carico svelando da subito una grande consistenza. Al naso è intenso e complesso, note balsamiche e minerali con sfumature speziate. In bocca è pieno, con una grande struttura. Tannini eleganti ne esaltano la persistenza riportando tutti i profumi apprezzati al naso. Le ore passano, la compagnia è gradevolissima tanto da portarci ai discorsi più svariati, testimonianza del fatto che il vino, in qualsiasi forma lo si intenda, diventa sempre catalizzatore di benessere e convivialità.
Salutiamo Cinzia e ripartiamo, pochi minuti e siamo già sull’Aurelia. Il ricordo fresco nella mente. 
Stiamo bene.







MICHELE SATTA
Loc. Casone Ugolino 23 - 57022
Castagneto Carducci (Li) - Italy
telefono : +39 0565 773 041
Fax : +39 0565 773 349

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