Siamo in pochi di questo mondo
(quello del vino)
a non aver partecipato al Vinitaly
2013. Chi per un motivo e chi per un altro. Certo, il pensiero di tutta quella
gente che degusta allegramente “alla faccia nostra”, in una manifestazione che
conosciamo bene, mi fa accendere la lampadina ed ecco l’idea. Il Vinitaly ce lo
facciamo da noi. In Taverna. Io, Marco B. , poi Umberto e il grande Dario
Borroni. Quattro bottiglie, quattro italiani. Con poca coerenza e molta sete,
però, cominciamo subito con uno Champagne per prepararci ai rossi. La
Grand Cellier di Vilmart è sempre molto piacevole, il suo giallo paglierino e
le sue bollicine intense invogliano subito all’assaggio. Un naso di crosta di
pane ci guida ad un bicchiere di agrumi, limone e pompelmo rosa. Un’acidità e
una freschezza che gli conferiscono grande facilità di beva che invita da
subito a versarne ancora un bicchiere. Torniamo in tema, i rossi (tutti
Italiani) sono li ad aspettarci. Ovviamente tutti coperti. Il primo vino è di
un rosso granato con riflessi granati, al naso esprime subito note di amarena,
una balsamicità accennata ma non troppo marcata con delle dolcezze che
riconducono ad una caramella alla menta. In bocca esplodono la liquirizia e
decise note di speziatura. Siamo davanti ad un’istituzione del vino italiano,
Tignanello di Antinori annata 1998. Ecco il secondo, sicuramente quello che
subito si distingue dagli altri nel bicchiere. Si mostra rosso granato scarico
con riflessi aranciati, un colore che ci porta ad assumere che, probabilmente,
il vino avrà qualche anno in più degli altri. Al naso è semplicemente inebriante.
Profumi di olive in salamoia, macchia mediterranea e ginepro che ritornano in
bocca con una splendida armonia. Ci stupiamo quando scopriamo che dietro la
stagnola si nasconde uno stupendo Barolo Cascina Francia di Giacomo Conterno,
annata 1993. Perfetto e con ancora ampi margini di evoluzione. Passiamo al
terzo che vediamo e sentiamo “vicino” al primo.
Colore rosso rubino con riflessi granati; un naso che esprime sentori di
terra e delle morbidezze riconducibili alla vaniglia con sfumature di tostato e
torrefazione. In bocca non si possono non apprezzare i sentori di amarena sotto
spirito e ancora di spezie. Siamo di nuovo in Toscana e sempre nella cantina di
Antinori, questa volta con il Marchese Antinori Riserva 2001, davvero in
splendida forma. Ultimo rosso, si presenta nel bicchiere di un bel rosso rubino
intenso con riflessi granati. Inizialmente sprigiona profumi di solventi che
poco dopo scompaiono e lasciano spazio alla caramella toffee e alle spezie. In
bocca è morbido (“forse un po’ costruito ma sempre un vinone” afferma Marco
B.), subito sentori di cuoio e tabacco. Un tannino ancora molto presente che
esprime un grande potenziale evolutivo. Scopriamo la bottiglia ed ecco il top
di gamma della cantina sarda Argiolas. Ovvero il Turriga, annata 2001. Abbiamo
cominciato con la Francia però. E con la Francia decidiamo di chiudere. Nei
bicchieri compare un bianco, cristallino e di un colore oro antico con riflessi
dorati, decisamente consistente. Al naso sentori di zafferano in pistilli
affiorano inconfondibilmente insieme alla frutta tropicale molto matura. In
bocca è fresco e sapido, di ottima persistenza. Grande equilibrio e grande
armonia. E di certo non poteva essere altrimenti trattandosi di uno Chateau d’Yquem annata 2000.
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Vilmart & C. - Grand Cellier Brut |
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Antinori - Tignanello 1998 |
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Giacomo Conterno - Barolo Cascina Francia 1993 |
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Antinori - Marchese Antinori Riserva 2001 |
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Argiolas - Turriga 2001 |
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Lur Saluces - Chateau d'Yquem 2000 |
A presto.
Claudio N.
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