E’ un lunedì mattina (29 aprile appena passato) caldo e nuvoloso, sono davvero
impaziente. Davanti a me una giornata che, ne sono sicuro, ricorderò per molto
tempo. Il programma prevede due visite : Antinori Tenuta Guado al Tasso e Michele Satta, ovviamente a Bolgheri.
ANTINORI – TENUTA GUADO AL TASSO :
Dopo qualche piccolo intoppo per raggiungere la Tenuta
arriviamo, con un po’ di ritardo, davanti ad un cancello che non può far altro
che comunicare storia, passione e anche un po’ di soggezione (quasi timore
reverenziale). Luisa Foschetti, responsabile dell’ospitalità della tenuta, ci sta
aspettando pazientemente (visto il nostro colpevole ritardo). Entriamo. Passato
un primo casale percorriamo ancora un buon chilometro prima di arrivare ad un
secondo gruppo di edifici dove sorgono gli uffici, la Bottega e Wine Shop
Antinori e, poco distante, la cantina. Entriamo in casa, la gentile signora di
servizio ci fa accomodare. Tutto profuma di storia, dalle finestre si
intravedono già gli stupendi paesaggi che stiamo per scoprire. Arriva Luisa, giusto
il tempo di scusarci e siamo già in macchina con lei per andare a visitare le
vigne. Si, avete letto bene. In macchina a visitare le vigne. La Tenuta Guado
al Tasso, infatti, è sterminata ed assolutamente inimmaginabile per bellezza ed
estensione. Dalle colline al mare, da est a ovest. Vigne e terreni si ripetono a
perdita d’occhio. Ci fermiamo e Luisa inizia a raccontarci la storia di questi
luoghi e di queste terre, ideali per la coltivazione della vite grazie alla
loro ricchezza ed al vigore che riescono a conferire alle piante. Qui, infatti,
il problema non è mai che le uve non crescano come si deve ma, al contrario,
che crescano addirittura troppo. Il vento costante che arriva dal mare soffia
sulle viti e viene fermato dalla conformazione ad anfiteatro delle colline qui
intorno che, come un vero e proprio schermo, proteggono dalle nuvole che
arrivano dall’interno della regione. Molto caldo di giorno e fresco la notte,
decise escursioni termiche fondamentali per la qualità dell’uva. La terra è
ricca e variegata, basta spostarsi di pochi metri tra un filare e l’altro per
apprezzare le diverse composizioni che rendono necessaria una vera e propria
micro parcellizzazione che consenta di definire e selezionare al meglio tutte
le uve. Lavoro davvero non facile quindi per l’enologo Marco Ferrarese. Ci
spostiamo, sempre in auto, e Luisa ci mostra quello che qui viene chiamato “il
bosco del Bruciato” dove, tra altissimi pini marittimi, la Tenuta mantiene uno
stupendo allevamento di maiali di Cinta Senese che, al nostro passaggio, si
mostrano poco interessati della visita, così intenti a cibarsi di ghiande e
pinoli. Dopo le vigne la cantina. Arriviamo mentre gli operai procedono al
lavaggio delle barrique, pronte ad ospitare i nuovi nettari. Sala dell’acciaio
per prima e poi la zona dedicata al riposo delle botti (quelle piccole), che
una accanto all’altra rendono l’atmosfera quasi leggendaria. Ci siamo, arriva
anche il momento della degustazione. In un’altra piccola dependance accanto al
corpo centrale dell’edificio in cui siamo stati accolti ci attende una tavola
perfettamente apparecchiata. Bicchieri luccicanti e due taglieri. Uno di
affettati, prodotti direttamente in casa (si, provengono proprio dai bellissimi
maialini appena visti che sarebbero di sicuro orgogliosi di essere tanto
prelibati), e uno di focacce sempre rigorosamente fatte in casa. Pronte le
bottiglie: Scalabrone 2012, Vermentino 2012, Il Bruciato 2011 e Guado Al Tasso
2009 (fortunati!). Partiamo proprio dallo Scalabrone, di un colore rosa
acceso brillante. Sentori floreali e piccoli frutti rossi insieme ad un
inconfondibile profumo di fragola, Luisa ci racconta che "quest’anno è decisamente più fruttato e meno vegetale dei precedente". Il tutto si risolve in un buon equilibrio che lo rende gradevole come inizio e un piacevole abbinamento alle prime deliziose fette di pancetta. Subito il Vermentino che esprime da subito frutta esotica matura come l’ananas ma anche pesche bianche che, insieme, compongono un bouquet di buona qualità senza penalizzare un’acidità che in bocca
dona freschezza insieme ad una gradevole nota sapida che ben equilibra morbidezze
e durezze. Luisa ci serve Il Bruciato e (grande onore per me) arriva proprio
l’enologo della tenuta, Marco Ferrarese. Giovane, molto competente e
simpaticissimo ci guida alla scoperta dei rossi, frutto del suo lavoro. Il Bruciato si mostra subito di un rosso
rubino carico che esprime, già dalla prima rotazione, grande consistenza e
profumi intensi di ciliegie, frutta nera ed ancora cacao e torrefazione, il
tutto insieme ad una nota di morbidezza dovuta sicuramente al legno e alla
giovane età. In bocca è caldo e riporta molte sensazioni già presenti al naso,
il tannino è presente ed ancora molto esuberante, di sicuro vale la pena di
lasciarlo in bottiglia ancora qualche anno. Così arriviamo al tanto atteso
Guado al Tasso 2009, servito nella mezza bottiglia. E questa è sicuramente una
nota di merito dato che la bottiglia più piccola produce un’evoluzione più
rapida e, considerata la giovane annata, questo fa si che si possa assaggiare
un vino più pronto e più aperto. E così è. Il Guado 2009 spicca subito per
delicatezza; profumi di spezie, polvere di caffè, arancia candita si alternano
ai sentori di tabacco e tostatura. In bocca è molto persistente, il tannino è
elegante ed il tutto si risolve in una grande armonia sensoriale. Mancano ormai
pochi minuti alle 15.00, il tempo è volato. L’ospitalità di casa Antinori e la
professionalità e competenza di Luisa e Marco hanno reso questo incontro
davvero indimenticabile.





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Luisa Foschetti e Marco Ferrarese |
TENUTA GUADO AL TASSO - Antinori Soc. Agricola Srl
Strada
Aurelia Km. 267
Loc.
Scalabrone
57024 -
Donoratico (Li)
tel. 0565 /
74 97 35
MICHELE SATTA :
Il nome di questo produttore, a Bolgheri, è praticamente
un’istituzione. Varesino di nascita si trasferisce a Bolgheri nel 1983 per
iniziare la sua attività di viticoltore che lo porta ad affermarsi poco dopo
come uno dei produttori più famosi della zona. In cantina ci aspetta la
gentilissima Cinzia Geri Bartolini. Ammiriamo con lei le vigne che circondano la cantina,
siamo verso la parte collinare della zona e da qui la vista è sensazionale.
Vigne tutto intorno ed il mare come sfondo perfetto. Entriamo in cantina e la
prima cosa che si nota sono le pareti con la roccia del sottosuolo a vista. La
scelta di casa Satta è stata precisa, come ci racconta Cinzia. “L’intento – ci
dice – era proprio quello di far apprezzare ai nostri ospiti la composizione
del sottosuolo della zona di Bolgheri.” Arriviamo vicino alle barrique dove
tutti i vini riposano almeno per 12 mesi. Quasi tutte le barrique che li
ospitano non sono nuove, testimonianza di un deciso gusto che sia sempre a
favore del vino e non del legno.
Scegliamo con Cinzia cosa degustare, scegliamo 2 bianchi e 2
rossi. Cominciamo con il Costa di Giulia 2012; 65% Vermentino e 35% Sauvingon.
Un bianco che sprigiona da subito note di fiori gialli e frutta matura con una
bocca ben equilibrata e già una buona piacevolezza che aumenterà di sicuro
all’arrivo dell’estate e delle sue temperature. Ancora un bianco, il Giovin Re
2010, un viogner in purezza (il nome deriva proprio dal nome del vitigno
anagrammato). Di un bel giallo paglierino mostra, al naso, note di agrumi e
spezie ed una nota (personalmente molto apprezzata) di macchia mediterranea e
olive in salamoia. Vino che, senza dubbio, si presta ad abbinamenti con piatti
di pesce ricchi e saporiti. In bocca è persistente e tutti i profumi trovano
conferma. Passiamo ai rossi. Il primo è Il Cavaliere 2005. Bandiera della
produzione di Michele Satta è un sangiovese in purezza. Nel bicchiere è rosso
rubino e decisamente consistente. Al naso arrivano subito le spezie ma anche
sentori di torrefazione, cioccolata fondente e ciliegia. In bocca il tannino è
presente ed elegante conferendo una notevole piacevolezza di beva. Arriva anche
I Castagni, sempre 2005. Il top player del cantina bolgherese ha una
particolare composizione, 70% Cabernet Sauvignon 20% Syrah e 10% Teroldego.
Versato nel bicchiere si mostra di un rosso rubino molto carico svelando da
subito una grande consistenza. Al naso è intenso e complesso, note balsamiche e
minerali con sfumature speziate. In bocca è pieno, con una grande struttura.
Tannini eleganti ne esaltano la persistenza riportando tutti i profumi
apprezzati al naso. Le ore passano, la compagnia è gradevolissima tanto da
portarci ai discorsi più svariati, testimonianza del fatto che il vino,
in qualsiasi forma lo si intenda, diventa sempre catalizzatore di benessere e
convivialità.
Salutiamo Cinzia e ripartiamo, pochi minuti e siamo già
sull’Aurelia. Il ricordo fresco nella mente.
Stiamo bene.
MICHELE SATTA
Loc. Casone
Ugolino 23 - 57022
Castagneto
Carducci (Li) - Italy
telefono :
+39 0565 773 041
Fax : +39 0565 773 349