Avere un amico toscano ha i suoi
vantaggi. Uno di questi è quello di potergli chiedere, ogni tanto, qualche
ricetta della sua terra. E al solo pensiero che a cucinarle sia “uno di loro”
si ha già la sensazione che siano “più buone”. Insomma, questa è la premessa
ad una cena tra amici che era in programma da un po’. E’ venerdì sera e non
vediamo l’ora di sederci a tavola, la “scusa” è quella di mangiare, l’obiettivo
(come sempre) quello di stappare. Si comincia : bruschetta toscana all’aglio e
bruschetta con burro, alici e olive nere. Non possiamo che abbinare ad una “bolla”.
Una di quelle che non ci delude mai. Il brut di Maurice Vessele, Gran Cru a
Bouzy, è la solita sicurezza. Di un colore giallo paglierino brillante, svela
subito un naso di agrumi. Limone e pompelmo rosa in testa. In bocca mostra un
bolla intensa ma con una discreta finezza, l’acidità lo rende di una
piacevolezza rara per un prodotto “base”. Se la cena è toscana, i rossi non
possono essere altrimenti. Apriamo due bottiglie, entrambe coperte, le
etichette “non ci piacciono”. Abbiamo delle “Tagliatelle al Ragù di Manzo e
Funghi Porcini” e, a seguire, dei fantastici “Fagioli all’Uccelletta”. I vini
sono entrambi nei bicchieri. Li guardiamo e cominciamo. Il primo si presenta di
un rosso granato abbastanza carico e decisamente consistente. Svela un naso
intenso di anice, alloro, spezie e poi pepe e noce moscata. In bocca è caldo e
decisamente morbido, con un tannino presente ma non invadente. Con entrambi i
piatti si trova a suo agio. Via “il vestito” e scopriamo un Petra 1997, prima
annata prodotta. Davvero niente male, soprattutto se si valuta la perfetta
evoluzione. Secondo rosso, si cambia. Al naso non ci si può sbagliare.
Sangiovese! All’inizio è chiuso, ci vuole pazienza. Pochi minuti e tutto cambia;
profumi di menta e caramelle al rabarbaro, funghi secchi ma anche aghi di pino,
il tutto a costruire una piacevolissima complessità. In bocca mostra la sua
armonia, riproponendo quasi tutte le sensazioni olfattive. Siamo curiosi e lo
scopriamo : ecco il Cepparello di Isole & Olena, annata 2000. Il tempo scorre e siamo già al dolce, uno dei miei
preferiti. Una vera “Torta della Nonna”, con crema pasticcera e pinoli.
Squisita. Con lei apriamo l’ultima bottiglia. Il vino scende nei bicchieri,
giallo ambrato. Al naso sprigiona da subito una lunga gamma di sentori : miele
di castagno e uva passa, arancia candita e albicocca disidratata. In bocca e'
morbido e con una discreta freschezza che non lo rende stancante, anzi. Siamo
in Sicilia, più precisamente a Pantelleria, il vino che “scopriamo” è il Sangue
d’Oro 2007 di Carole Bouquet. Avere un amico toscano ha i suoi vantaggi, se poi
è anche innamorato del vino è ancora meglio.
Claudio N.
Carissimo , condividere la passione del vino e' sempre un piacere , poi quando lo si condivide con un grande amico ancora meglio , grazie per la piacevole compagnia e la bellissima serata alla prossima cena ...............
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